Monday, August 22, 2011



Bruno Chiarlone, tra cultura sociale e
 arte internazionale di trans-avanguardia.

La prolificità di Bruno Chiarlone non ha paragoni nel savonese e sicuramente ha generato, soprattutto negli ultimi tempi, curiosità in parte della popolazione della nostra valle. Tra il gennaio del 2010 e l’inizio di quest’anno, infatti, Chiarlone ha trovato uno sbocco anche nell'editoria, avendo scritto e pubblicato oltre trenta libri. Questo record assoluto per la Val Bormida ligure è ancora più sorprendente se si valuta la varietà degli argomenti: si passa con nonchalance dalla Resistenza a Fluxus, dal Risorgimento alla Mail art. Conosciuto in Valbormida per aver fondato, insieme al fratello Lorenzo, il mensile di cultura locale “Liguria-Valbormida e Dintorni”, lo scrittore rocchettese, si è parallelamente interessato a espressioni artistiche di trans-avanguardia.
Attivo fin dai primi anni ’70 nel campo della scrittura visiva, realizza foto, documenti, francobolli, cartoline, lettere e libri d'artista. All’inizio degli anni ’80 lo sappiamo partecipare a manifestazioni internazionali come la XVI Biennale di San Paolo del Brasile e Documenta di Kassel (Germania): in queste occasioni compie installazioni ambientali e azioni poetiche a distanza. Parte del suo materiale artistico-documentario e molte sue scritture visive sono conservate in musei autorevoli come la Biblioteca del M.O.M.A. di New York e il Museo della Posta di Parigi.
Nei primi anni ‘90 stabilisce la nascita in Valbormida del Museo Progressivo dell’Arte Invisibile, nella convinzione che ogni azione degli abitanti sia artistica a prescindere dalla consapevolezza del singolo e dall’effimerità dei gesti. Gli abitanti, per lo più inconsciamente, operano una continua mutazione dell’ambiente determinando una sorta di work in progress permanente che prescinde dalla documentazione degli atti.
La maggior parte delle azioni dei compaesani di Chiarlone, che agiscono in totale libertà e seguendo le proprie abitudini, non sono ovviamente attestate. Per questa ragione il Museo è progressivo e ha come oggetto l’“arte invisibile”: il divenire è parte del progetto quanto l’intangibilità dei passaggi.
In questo ambito il nostro artista si occupa di installazioni di opere in legno per tutto il territorio della Val Bormida per il progetto Bruno Chiarlone Opera Pallet.

 Nello stesso periodo collabora allo studio e realizzazione di dipinti murali a Rocchetta, ribattezzata per l’occasione Rocchetta dei Murales, considerata l’epicentro del Museo Progressivo dell’Arte Invisibile.
Ecco quindi che Chiarlone redige il Manifesto per la poetica dell’Eco-Arte e propone l’idea dell’Ecomuseo, secondo la dichiarazione di Grenoble del 1971.
La constatazione dell’accessorietà dell’arte più che della sua morte sposta l’attenzione dalla rappresentazione alla realtà.
 Questo può avere come esito da una parte il ripiegamento sulla vita personale e quindi sugli aneddoti individuali e sulle emozioni intime, dall’altro può suggerire un impegno nel reale sia in senso strettamente politico che civile in senso lato: ambiente, cultura, educazione, ecc. E’ questo il caso di Chiarlone che si dedica con incessante instancabilità alla documentazione di storie locali e alla diffusione dell’importante tema dell’ecologia.
Ora però forse è doveroso spiegare quali siano i due poli d’azione dell’opera artistica del nostro attivissimo conterraneo. Da una parte le azioni poetiche si collocano nel panorama della performance art, ovvero un’arte che consta di gesti del corpo ma non teatrali in senso stretto.
Dall’altra la Mail Art consiste nell’elaborare lettere come veicoli di opere d’arte, scritte o visive. Conseguentemente alla nascita di questa disciplina si è creato negli anni un vero e proprio circuito alternativo, grazie al quale gli artisti creano, inviano e ricevono in totale libertà.
Chiarlone in questo gioco intellettuale è oggi un importante personaggio a livello internazionale, per merito soprattutto della sua infaticabile passione. Il minimo comune denominatore di queste pratiche è la ricerca dell’identificazione arte-vita, l’idea che la quotidianità della vita comune abbia dignità artistica. La ripetizione, comunemente ritenuta difetto, diventa invece un tratto ricercato nell’espressione moderna.
Bruno pensa che il tentativo di far coincidere il banale con l’estetico non debba avere come sbocchi soltanto l’arte performativa e quella postale, ma possa avere, come frutto della “provincia”, anche la focalizzazione sulla vita abituale degli abitanti. In questo senso quindi, anche la sua attività nella cultura locale, la raccolta di foto o documenti, la pubblicazione di storie personali o eventi individuali assumono un ruolo diverso rispetto a qualsiasi altra iniziativa localistica.


La sua opera è anche risultato di collaborazioni con vari operatori culturali italiani ed esteri e si presenta come un eterno work in progress: il contributo di terzi e il continuo rimaneggiamento degli scritti affidano il testo ad una sorta di indeterminazione casuale, volutamente soggetta all’errore. Ecco quindi che fanno irruzione, come nel Museo dell’arte invisibile, sia il concetto di “progressivo”, vulnerabile di mutamento, sia l’idea di aleatorietà nata dalla cooperazione di più persone. L’opera è sempre in movimento come se fosse materiale magmatico e non può cristallizzarsi in qualcosa di definitivo. 
Chiarlone, per meglio esprimersi, oggi utilizza il mezzo dell’autopro-duzione: editore di se stesso, fuori dai circuiti ufficiali, pubblica, a proprie spese e con minimi guadagni, le proprie creazioni grazie al sito ilmiolibro.it, che ha scoperto circa un anno fa.

[Testo scritto dal dr.] Giacomo Checcucci
22 aprile 2011


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